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Univ La Sapienza Roma Facolt? Architettura Cattedra Structural Reinforcement Prof.Ing. Donato Carlea
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prolusione insediamento presidenza consiglio superiore lavori pubblici
ROMA 21 DICEMBRE 2018,
Aula del Parlamentino del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
Eccomi qui, buon giorno a tutti .
In questi giorni ho ricevuto tantissime congratulazioni per il prestigioso incarico di Presidente del Consiglio Superiore dei lavori Pubblici.
Qualcuno ha parlato di “riscatto” e qualcuno di “grande soddisfazione dopo quello che ho dovuto subire dal 2013 in poi”.
Ho ringraziato dicendo che non si tratta di alcun riscatto, perché non devo riscattarmi di niente e da nessuno ma anzi sono fiero di essere stato dalla parte opposta a quella di certi “personaggi “ . Soddisfazione si, ma senza alcuno spirito polemico perché, ringraziando Iddio, nella mia vita le soddisfazioni non sono mancate, non solo nel campo professionale, ma soprattutto nella vita di ogni giorno, dove i veri valori che mi sono stati insegnati e che mi porto dentro mi hanno aiutato a superare tantissimi ostacoli.
Questa è semplicemente “UNA BELLISSIMA EMOZIONE” che porterò per sempre con me insieme alla gratitudine verso le persone che hanno reso possibile farmela vivere.
Un’emozione che ha avuto inizio, se ricordo bene, il 9 Agosto di quest’anno quando il Ministro e il Capo di Gabinetto mi hanno chiamato dicendomi che avevano deciso di nominare me alla Presidenza di questo Consiglio.
E nel percepire la mia forte emozione il Ministro, mi ha detto:
“provveditore, è sempre bello emozionarsi, a qualsiasi età. È brutto quando non ci si emoziona più.”
Poi c’è stata un’ altra data , il 17 Ottobre 2018, quando al Palazzo di Giustizia di Napoli ho vissuto un’ altra bellissima emozione.
Tanti di voi sanno di cosa parlo ma preferisco fermarmi qui e parlare ora, in maniera sintetica , di alcuni propositi e linee programmatiche, non solo per sperare ma per puntare decisamente a raggiungere obiettivi importanti o fornire un notevole contributo affinché ciò accada.
Prima però, tornando all’inizio, devo ammettere che in verità c’è un complimento che a me piace veramente ricevere e che per fortuna mi viene rivolto non poche volte. È quando mi dicono che sono… un galantuomo e, scusatemi, se dico che sento forse di meritarlo.
Solitamente, come ho fatto anche oggi fin qui, preferisco, come suole dirsi, parlare a braccia ma questa volta, per non dimenticare qualcosa, preferisco leggere queste poche righe che ho scritto e che ho definito
SPUNTI DI RIFLESSIONE E QUALCHE OBIETTIVO
Un brevissimo discorso programmatico di una persona che proviene dal territorio e che tanti anni fa riferì al suo Ministro che i Provveditorati non sono la periferia ma “la presenza sul territorio”. Una presenza che, nonostante i tanti problemi, continua a fornire risultati positivi, non proprio di poco conto. Uno dei pochi baluardi statali, nonostante non si sia trasformato in Agenzia o in Società per Azioni.
Una persona formatasi però anche all’interno di questo Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, con inizio nell’ormai lontano 1995, e poi all’ Autorità di Vigilanza dei Lavori Pubblici, che oggi porta un altro nome, e che ha avuto esperienze di Commissario Straordinario per le grandi opere, legge obiettivo, senza dimenticare quelle altrettanto importanti svolte da giovane libero professionista, non poche e non trascurabili, nonostante l’allora giovane età.
A questo ventaglio di esperienze professionali si è aggiunto il rapporto con gli studenti di Ingegneria e Architettura, attraverso la docenza ormai ventennale che ha consentito di conoscere le loro esigenze, soprattutto quando lasciano le aule universitarie per accedere al mondo del lavoro, cosa che li porta ad attraversare un vero e proprio buco nero nel quale rischiano di perdersi. E tutto questo induce a credere che il Ministero e in particolare il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici possa fornire un impulso notevole, per far sì che le infrastrutture, puntuali e lineari, moderne e antiche , possano tornare ad essere uno dei volani principali dell’economia italiana.
E allora come si legano queste speranze, questi obiettivi alle attività fondamentali di questo prestigioso Consesso?
In primo luogo apportando qualche modifica significativa al procedimento che porta al rilascio del parere richiesto e nella stesura dello stesso.
- i pareri sui progetti , resi dal consiglio superiore dei lavori pubblici, dovranno essere sintetici e chiari, rilasciati in tempi rapidi.
Quest’ obiettivo può essere raggiunto
- Istituendo una seduta interlocutoria nella quale i progettisti, alla presenza della Commissione relatrice, del Presidente e dei Membri del consiglio che vogliono essere presenti, illustrano la loro progettazione. Questo criterio può essere adottato sia per gli argomenti dell’Assemblea Generale che per quelli delle Sezioni;
- Eliminando gli inutili formalismi;
- Istituendo il ruolo del segretario della Commissione relatrice ( uno per argomento trattato) che curerà , attraverso l’uso esclusivo di strumenti informatici, il rapporto con gli enti e con i progettisti.
Ci sono però altri aspetti fondamentali come, ad esempio. quello di
- approfondire la relazione tra il parere del Consiglio Superiore, la verifica del progetto e la validazione integrando il codice dei contratti che su questo non dice niente o lo dice in modo ambiguo.
Gli aspetti fondamentali riguardano però in particolare e soprattutto
A) progettazione e semplificazione delle procedure di appalto dei lavori ;
B) i criteri di finanziamento delle spese di progettazione e di quelle della realizzazione delle opere ;
C) il piano di manutenzione delle opere esistenti e di quelle di nuova realizzazione.
Per quanto attiene al punto A) occorre che il progetto posto a base di appalto sia esclusivamente un progetto esecutivo e lo stesso sia completo e definito in ogni sua parte, senza contenere alcuna incognita . È quello che a me piace chiamare
IL PROGETTO PERFETTO
Redatto sulla scorta di una diagnostica completa e con la conoscenza delle caratteristiche architettoniche, fisiche e meccaniche di tutte le parti esistenti interessate alla realizzazione dell’opera, anche non strutturali, comprese le interferenze e quanto altro occorre conoscere, estendendo così il concetto di livello di conoscenza e fattore di confidenza anche a parti non strutturali, munito di tutti i pareri occorrenti, acquisiti attraverso il ricorso alla conferenza dei servizi.
Il progetto perfetto rende possibile l’appalto di un’opera pubblica mediante elementi oggettivi e decisi da valutazioni fatte esclusivamente dai concorrenti che se ne assumono la totale responsabilità. Questo in sede in sede di gara.
Si potrebbe anche pensare, almeno per le opere di grande rilievo, che alla verifica del progetto provvedano, per loro conto, direttamente le imprese concorrenti proprio nel corso dell’espletamento della gara. In fondo, qualcosa di molto simile si ha nella procedura di scelta del contraente denominata nel Codice dei Contratti “DIALOGO COMPETITIVO”
L’argomento è stato già illustrato altre volte e credo che valga la pena riprenderlo, approfondirlo e discuterne insieme a tutte le parti coinvolte nel processo di realizzazione di un’opera pubblica.
Un progetto perfetto non ha bisogno della procedura denominata ”OFFERTA ECONOMICAMENTE PIÙ VANTAGGIOSA”, una vera e propria piaga e fonte di perdita di tempo e di pericolo di corruzione. Questa forma di appalto costituisce, inoltre, una vera e propria contraddizione:
“L’Amministrazione pone a base di appalto un proprio progetto esecutivo e chiede che lo stesso sia migliorato, ammettendo così che il proprio progetto è incompleto… e pertanto ha bisogno di essere migliorato”.
Il Progetto perfetto è aggiudicato al concorrente che ottiene il punteggio maggiore determinato dalla somma dei punteggi ottenuti per
- sconto sull’importo a base di appalto (introduzione del prezzo soglia)
- sconto sul tempo di esecuzione ( introduzione tempo soglia)
- riduzione dei costi di gestione
con proposte di soluzioni alternative ( introduzione costi di gestione soglia)
Sembra giusto citare il caso di due esempi concreti di opere pubbliche importanti, di mia diretta conoscenza, risalenti ad anni passati.
- COSTRUZIONE DELL’ISTITUTO PENITENZIARIO MILANO-OPERA
Costituisce l’esempio di come si realizza un’opera pubblica.
Fu completato in un tempo addirittura inferiore a quello previsto, in meno di tre anni ( dalla metà del 1983 alla metà del 1986) e con una spesa addirittura inferiore a quella preventivata. Assicuro che il progetto era davvero perfetto, completo in ogni sua parte. Ero il Direttore dei lavori.
- COSTRUZIONE DELL’ISTITUTO DI PENA PERUGIA - CAPANNE.
Costituisce l’esempio di come non si realizza un’opera pubblica.
Iniziato a metà degli anni 80 fu completato solo alla fine del 2003, con una durata di circa diciassette anni. Occorrerebbe dire quindici più due. Solo negli ultimi due anni, rivisto profondamente il progetto e reso completo in ogni sua parte, i lavori furono ripresi e completati, spendendo in due anni una somma pari a quella impegnata nei primi quindici e dovendo fare la manutenzione o la modifica di quanto eseguito negli anni precedenti .
Per quanto attiene al punto B ( criteri di finanziamento – ora si chiamano risorse - per la
realizzazione di un’opera pubblica ) occorre che sin dall’inizio sia assicurata l’intera copertura ma non è necessario che la stessa sia tutta prevista su un solo anno di bilancio. Basta che sia distribuita in un arco di tempo pari agli anni necessari alla realizzazione di un’opera. Se occorrono, ad esempio quattro anni, la spesa si ripartisce in quattro anni continui di bilancio. Nel primo anno il finanziamento riguarderà le spese per la progettazione e la diagnostica (progetto di fattibilità tecnica ed economica).
Evitare il ricorso a lotti funzionali che possono essere tali solo se si tratta di opere lineari: una strada, ad esempio, di 100 Km, può essere realizzata anche in due lotti funzionali di 50 Km cadauno.
Per opere puntuali è più corretto, invece, parlare di fasi esecutive. Per un edificio è più giusto eseguire prima la struttura portante, che non potrà mai, da sola, essere funzionale. Solo ad opera finita, la struttura diventerà funzionale.
E in ultimo, il punto C), quello che rappresenta un progetto nel progetto e cioè
IL PIANO DI MANUTENZIONE DELLE OPERE
Costituisce una delle poche, vere, efficaci, eccellenti e importantissime innovazioni nel campo della normativa in materia di realizzazione delle opere pubbliche ma non sarebbe male se venisse estesa anche alle opere private.
TUTTE LE INFRASTRUTTURE ESISTENTI, PUNTUALI E LINEARI, CIVILI, IDRAULICHE E TRASPORTISTICHE NE DOVRANNO ESSERE MUNITE.
I PIANI DOVRANNO ESSERE ELABORATI DAI CONCESSIONARI E/O ENTI PROPRIETARI E ACQUISIRE IL PARERE DEL CONSIGLIO SUPERIORE DEI LAVORI PUBBLICI – AGGIORNATI OGNI DIECI ANNI O OGNI QUALVOLTA CI SIANO INNOVAZIONI NORMATIVE E/O TECNOLOGICHE, MIGLIORATIVE E/O COMPORTINO UNA RIDUZIONE DEI COSTI DI GESTIONE.
I PROGETTI DI NUOVE OPERE CHIARAMENTE DOVRANNO ATTENERSI AGLI STESSI PRINCIPI, IN UNA VISIONE CHE VOGLIA FINALMENTE COMPRENDERE CHE IL COSTO DI UN’OPERA È LA SOMMA DEL COSTO DI COSTRUZIONE CON IL COSTO DI GESTIONE.
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Donato Carlea |