Univ La Sapienza Roma Facolt? Architettura Cattedra Structural Reinforcement Prof.Ing. Donato Carlea

17.06.2021
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prolusione insediamento presidenza consiglio superiore lavori pubblici

19.01.2019

 

ROMA 21 DICEMBRE 2018,

 

Aula del Parlamentino del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.

 

Eccomi qui, buon giorno a tutti .

In questi giorni ho ricevuto tantissime congratulazioni per il prestigioso incarico di Presidente  del Consiglio Superiore dei lavori Pubblici.

Qualcuno ha parlato di “riscatto” e qualcuno  di “grande soddisfazione dopo quello  che ho dovuto subire  dal 2013 in poi”.

Ho ringraziato dicendo che non si tratta di alcun  riscatto, perché  non devo riscattarmi di niente e da nessuno ma anzi sono fiero di essere stato dalla parte opposta a quella di certi “personaggi “ . Soddisfazione si, ma senza alcuno spirito polemico  perché, ringraziando Iddio, nella mia vita le soddisfazioni non sono mancate,  non solo  nel campo professionale, ma soprattutto nella vita di ogni giorno, dove i veri valori  che mi sono stati insegnati e che mi porto dentro   mi hanno aiutato  a superare tantissimi   ostacoli.

Questa è  semplicemente “UNA BELLISSIMA EMOZIONE”  che porterò per sempre con me insieme alla gratitudine verso le persone che hanno  reso possibile  farmela vivere. 

Un’emozione che ha avuto inizio, se ricordo bene, il 9 Agosto di quest’anno quando il Ministro e il Capo di Gabinetto mi hanno chiamato dicendomi che  avevano deciso  di  nominare me alla Presidenza di questo  Consiglio.

E nel percepire la mia forte emozione il Ministro, mi ha detto:

“provveditore, è sempre bello emozionarsi, a qualsiasi età. È brutto quando non ci si emoziona più.”

Poi c’è stata un’ altra data , il 17 Ottobre 2018, quando al Palazzo di Giustizia di Napoli ho vissuto  un’ altra   bellissima emozione.

Tanti di voi sanno di cosa parlo ma preferisco fermarmi qui e  parlare ora,  in maniera sintetica , di alcuni propositi  e linee programmatiche, non solo per sperare ma per  puntare  decisamente a raggiungere  obiettivi importanti o fornire  un notevole contributo affinché ciò accada.

Prima però, tornando all’inizio, devo ammettere che in verità c’è un complimento che a me piace veramente ricevere e che per fortuna mi viene rivolto non poche volte. È quando mi dicono che sono… un galantuomo  e, scusatemi, se dico che sento forse  di meritarlo.

Solitamente, come ho fatto anche oggi fin qui, preferisco, come suole dirsi, parlare a braccia ma questa volta, per  non dimenticare qualcosa,  preferisco leggere  queste poche righe che ho scritto e che ho  definito

SPUNTI DI RIFLESSIONE E QUALCHE OBIETTIVO

Un brevissimo discorso programmatico di una persona che proviene dal territorio e che tanti anni fa riferì al suo Ministro che i Provveditorati non sono la periferia ma “la presenza sul territorio”. Una presenza che, nonostante i tanti problemi, continua a fornire risultati positivi, non proprio  di poco conto. Uno dei pochi baluardi  statali,  nonostante non si sia trasformato in Agenzia o in Società per Azioni.

Una persona formatasi però anche all’interno di questo Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, con inizio nell’ormai lontano 1995, e poi all’ Autorità di Vigilanza dei Lavori Pubblici, che oggi porta un altro nome,   e che ha  avuto esperienze di Commissario Straordinario per le grandi opere, legge obiettivo,  senza dimenticare quelle altrettanto  importanti   svolte   da giovane libero professionista, non poche e non trascurabili, nonostante l’allora giovane età.

A questo ventaglio di esperienze professionali si è aggiunto   il rapporto  con gli studenti di Ingegneria e Architettura, attraverso la docenza ormai ventennale che ha consentito di conoscere    le loro esigenze, soprattutto quando lasciano le aule universitarie per accedere al mondo del lavoro, cosa che li porta ad attraversare   un vero e proprio buco nero nel quale rischiano di perdersi. E tutto questo  induce  a credere che il Ministero  e in particolare il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici possa fornire un impulso notevole,  per far sì che le infrastrutture, puntuali e lineari, moderne e  antiche , possano tornare ad essere uno dei volani principali dell’economia italiana.

E allora come si legano queste speranze, questi obiettivi alle   attività  fondamentali di questo  prestigioso  Consesso?

In primo luogo apportando qualche modifica significativa  al procedimento  che porta  al rilascio del parere richiesto e nella stesura dello stesso.

- i pareri sui progetti ,  resi dal consiglio superiore dei lavori pubblici, dovranno essere sintetici e chiari, rilasciati in tempi rapidi.

Quest’ obiettivo può essere raggiunto

 

-            Istituendo una seduta interlocutoria nella quale i progettisti, alla presenza della Commissione relatrice, del Presidente e dei Membri del consiglio che vogliono essere presenti, illustrano la loro  progettazione. Questo criterio può essere adottato sia per gli argomenti dell’Assemblea Generale che per quelli delle  Sezioni;

 -        Eliminando  gli inutili formalismi;

-        Istituendo il ruolo del segretario della Commissione relatrice ( uno per argomento trattato) che curerà , attraverso l’uso  esclusivo di strumenti informatici, il rapporto con gli enti e con i progettisti.

Ci sono però  altri aspetti fondamentali  come, ad esempio.  quello  di

 - approfondire  la relazione tra il parere del Consiglio Superiore, la verifica del progetto e la validazione  integrando il codice dei contratti che su questo non dice niente  o lo dice in modo ambiguo.

Gli aspetti fondamentali  riguardano però in particolare  e soprattutto

A)  progettazione  e  semplificazione delle procedure di appalto dei lavori ;

B)   i criteri di finanziamento delle spese di progettazione e di quelle della realizzazione delle opere ;

C)   il piano di manutenzione delle opere esistenti e di quelle di nuova realizzazione.

 

Per quanto attiene al punto A) occorre che il progetto  posto a base di appalto sia  esclusivamente un  progetto esecutivo e lo stesso sia   completo e definito  in ogni sua parte, senza contenere  alcuna incognita . È quello che a me piace chiamare

 

IL PROGETTO PERFETTO

 

Redatto sulla scorta di una diagnostica completa e con la conoscenza delle caratteristiche  architettoniche, fisiche e meccaniche di tutte le parti esistenti interessate alla realizzazione dell’opera, anche non strutturali, comprese le interferenze e quanto altro occorre conoscere, estendendo così il concetto di livello di conoscenza  e fattore di confidenza anche a parti non strutturali, munito di tutti i pareri occorrenti, acquisiti attraverso il ricorso alla conferenza dei  servizi.

Il progetto perfetto rende possibile l’appalto di un’opera pubblica mediante elementi oggettivi e decisi da valutazioni fatte esclusivamente dai concorrenti che se ne assumono la totale responsabilità. Questo in sede in sede di gara.

Si potrebbe anche pensare, almeno per le opere di grande rilievo, che alla verifica del progetto  provvedano, per loro conto, direttamente le imprese concorrenti proprio nel corso dell’espletamento della gara. In fondo, qualcosa di molto simile  si ha nella procedura di scelta del contraente  denominata nel Codice dei Contratti “DIALOGO COMPETITIVO

L’argomento  è stato  già illustrato altre volte e  credo che valga la pena  riprenderlo,   approfondirlo e discuterne insieme a tutte le parti coinvolte nel processo di realizzazione  di un’opera pubblica.

Un progetto perfetto non ha bisogno della procedura denominata ”OFFERTA ECONOMICAMENTE PIÙ VANTAGGIOSA”, una vera e propria piaga e fonte di perdita di tempo e di pericolo di corruzione. Questa forma di appalto costituisce, inoltre, una vera e propria  contraddizione:

“L’Amministrazione pone a base di appalto un proprio progetto esecutivo e chiede che lo stesso  sia migliorato, ammettendo così  che il proprio progetto è incompleto… e pertanto   ha bisogno  di essere migliorato”.

 Il Progetto perfetto è aggiudicato al concorrente che ottiene il punteggio maggiore determinato dalla somma dei punteggi ottenuti per

- sconto sull’importo a base di appalto         (introduzione del prezzo soglia)

- sconto sul tempo di esecuzione                    ( introduzione tempo soglia)

- riduzione dei costi di gestione  

  con proposte di soluzioni alternative           ( introduzione costi di gestione soglia)

 Sembra giusto citare il caso di due esempi concreti di opere pubbliche importanti,  di mia    diretta conoscenza, risalenti ad anni passati.

-       COSTRUZIONE  DELL’ISTITUTO PENITENZIARIO MILANO-OPERA

Costituisce l’esempio   di come si realizza  un’opera pubblica.

Fu completato in un tempo addirittura  inferiore a quello previsto, in meno di tre  anni ( dalla metà del 1983 alla metà del 1986) e con una spesa addirittura inferiore a quella preventivata.  Assicuro che il progetto era davvero  perfetto, completo in ogni sua parte. Ero il  Direttore dei  lavori.

-       COSTRUZIONE DELL’ISTITUTO  DI PENA  PERUGIA -  CAPANNE.

 Costituisce l’esempio di come non si realizza un’opera pubblica.

Iniziato  a metà degli anni 80  fu  completato  solo  alla fine del 2003, con una durata di circa diciassette  anni.  Occorrerebbe dire  quindici più due.  Solo negli ultimi due anni, rivisto profondamente il progetto e reso completo in ogni sua parte, i lavori furono ripresi e completati, spendendo in due anni una somma pari a quella impegnata  nei primi quindici e dovendo fare la manutenzione  o la modifica   di quanto eseguito negli anni precedenti .

Per quanto attiene al punto B ( criteri di finanziamento – ora si chiamano risorse -  per la

realizzazione di un’opera  pubblica )  occorre  che  sin dall’inizio  sia assicurata l’intera copertura ma non è necessario che  la stessa sia  tutta prevista su un solo anno di bilancio. Basta che sia distribuita in un arco di tempo pari agli anni necessari alla realizzazione di un’opera. Se occorrono, ad esempio quattro anni, la spesa si ripartisce in quattro anni continui di bilancio.  Nel primo anno il finanziamento riguarderà le spese per   la progettazione e la diagnostica (progetto  di fattibilità tecnica ed economica).

Evitare il ricorso a lotti funzionali che possono  essere tali  solo se si tratta di opere lineari: una strada, ad esempio, di 100 Km, può  essere realizzata anche in due lotti funzionali di 50 Km  cadauno.

Per opere puntuali è più  corretto, invece, parlare di fasi esecutive. Per un edificio è più  giusto eseguire prima la struttura portante, che non potrà mai, da sola, essere funzionale. Solo ad opera finita, la struttura  diventerà funzionale. 

E in ultimo, il punto C), quello che rappresenta un progetto nel progetto e cioè

 

 IL PIANO DI MANUTENZIONE DELLE OPERE

 

Costituisce  una delle poche, vere, efficaci, eccellenti  e importantissime innovazioni nel campo della normativa in materia di realizzazione delle opere pubbliche  ma non sarebbe male se venisse estesa  anche alle opere private.

TUTTE LE INFRASTRUTTURE ESISTENTI, PUNTUALI E LINEARI, CIVILI, IDRAULICHE E TRASPORTISTICHE NE DOVRANNO ESSERE MUNITE.

I PIANI DOVRANNO ESSERE ELABORATI DAI CONCESSIONARI E/O ENTI PROPRIETARI E ACQUISIRE IL PARERE DEL CONSIGLIO SUPERIORE DEI LAVORI PUBBLICI – AGGIORNATI  OGNI DIECI ANNI O OGNI QUALVOLTA  CI SIANO INNOVAZIONI NORMATIVE E/O TECNOLOGICHE, MIGLIORATIVE E/O COMPORTINO UNA RIDUZIONE DEI COSTI DI GESTIONE.

I PROGETTI DI NUOVE OPERE CHIARAMENTE DOVRANNO ATTENERSI AGLI STESSI PRINCIPI,  IN UNA VISIONE CHE VOGLIA FINALMENTE  COMPRENDERE  CHE IL  COSTO DI UN’OPERA  È LA SOMMA DEL  COSTO DI COSTRUZIONE CON IL COSTO DI GESTIONE.

                                                                                                                       

 

Donato Carlea